Le coliche del neonato, si sa, sono una questione spinosa per qualunque genitore chiamato alla gestione del benessere del proprio figlio. Soprattutto durante i primi mesi di vita, può capitare che il tuo bebè scoppi in crisi di pianto inconsolabile senza apparenti cause. In genere, quando succede, si tende a dare la colpa alle coliche.
Le coliche gassose sono uno tra i disturbi più comuni nei neonati: circa il 10-20 % dei nuovi nati, infatti, tra la seconda settimana e i 4 mesi di vita, ne accusa i sintomi.
Gli autori Ellwood J e colleghi, nel 2020 hanno riportato cifre statistiche secondo le quali le coliche infantili colpiscono tra il 3% e il 40% dei bambini in tutto il mondo.
Si stima che circa una famiglia su sei consulti un operatore sanitario a causa dei sintomi con cui le coliche tendono a manifestarsi (agitazione, angoscia, pianto eccessivo ed inconsolabile). In particolare, il segno del “pianto” è uno dei motivi più comuni di consulenza pediatrica e visite al pronto soccorso; eppure, solo nel 5% di questi casi vengono fornite spiegazioni mediche identificabili.
Comunemente per definire questo disturbo neonatale si utilizza la “regola dei tre”: una colica di un neonato comprende un pianto di almeno tre ore per giorno, per almeno tre giorni in ogni settimana, per almeno tre settimane nei primi mesi di vita.
Dal punto di vista scientifico non esiste una spiegazione certa per ora. Le possibili teorie più accreditate sono legate a fattori di ipersensibilità ai componenti della dieta o molto più frequente ad una voracità eccessiva del bambino con conseguente deglutizione di aria. In alcuni casi casi si pensa siano causate da un’immaturità dell’intestino o forse solo un modo di reagire ai numerosi stimoli ambientali come la difficoltà di adattamento alla nuova vita.
E’ possibile migliorare il disagio?
Durante le sessioni di osteopatia pediatrica spesso mi trovo a consigliare qualche trucco utile sia al trattamento svolto sia alla gestione a casa del disagio.
E’ importante, se il bambino è allattato al seno indagare e migliorare l’alimentazione materna. Se il bambino, invece, è allattato artificialmente bisogna valutare la tipologia latte artificiale, come viene proposto (posizione e ritmo di poppata), la tipologia di biberon e di tettarella.
Per prevenire o alleviare le coliche, sono utilissimi i massaggi al pancino, che aiutano il bambino a espellere l’aria. Per favorire e aumentare il beneficio del massaggio consiglio di utilizzare l’olio di mandorle dolci addizionato con 2-3 gocce di olio essenziale di finocchio oppure l’olio per massaggio comfort del pancino dell’azienda Pranarom o una crema delicata per neonati. Si eseguono movimenti circolari dolci in senso antiorario per seguire la direzione di marcia dell’intestino sull’addome, con i palmi aperti e facendo una leggera pressione, ripetendo per almeno 10-15 volte.
Muovere le gambe del bambino facilita l’espulsione dell’aria, quindi dopo il massaggio al pancino, potete proseguire prendendo il piccolo per le caviglie e si portando delicatamente le sue gambine verso l’alto per poi raccoglierle sulla pancia con una moderata pressione. Anche qui ripetere per 10-15 volte e finite facendo un po’ di “bicicletta” che farà sembrare tutto un gioco oltre ad essere un mi portante stimolo per la sua crescita.
Inoltre, l’utilizzo dell’olio essenziale di finocchio favorisce il senso di protezione e sostiene nei momenti di cambiamento, oltre ad avere proprietà tonico digestive.
Osteopatia si o no?
L’osteopatia pediatrica è un rimedio dolce e delicato che può dare sollievo al bambino e, di conseguenza, risultare risolutivo per l’intera famiglia. Le pratiche osteopatiche, dolci e non invasive, alleviano la sintomatologia attraverso leggere tecniche manuali che favoriscono il rilassamento dell’addome e dell’intestino. L’approccio osteopatico parte sempre da una visione globale del corpo, proprio per questo motivo il trattamento osteopatico in casi di coliche neonatali deve tenere in considerazione il cranio e il segmento cervicale alto, in quanto è necessario intervenire sulle zone in cui vi è il passaggio dei nervi responsabili della coordinazione (nervo vago) e della suzione o mobilità intestinale. Nello specifico l’osteopata agisce sul complesso articolare chiamato OAE, occipito-atlante epistrofeo, che fornisce il passaggio al nervo vago.
Il trattamento osteopatico andrà ad intervenire anche sulle vertebre di transizione del tratto dorsale e dorso-lombare responsabili dell’innervazione dell’intestino cercando di agire direttamente sulle tensione delle pareti viscerali al fine di stimolare il passaggio dell’aria intestinale e il transito delle feci. Con dolci tocchi si cerca di decomprimere le zone e di conseguenza si agisce, tramite dei feedback neurologici, sull’area addominale.
Correggere gli squilibri dell’organismo nel bambino è dunque possibile, ma è importante partire dalle origini cioè il momento del travaglio e del parto, quando per esempio le ossa del cranio del neonato si comprimono, con possibili alterazioni somatiche.
Per questo motivo l’osteopatia pediatrica risulta essere fondamentale già nelle prima fasi di vita e le coliche andrebbero viste in un’ottica di armonizzazione globale del bambino e non approcciandosi solo al sintomo.